100° p. Morell sj

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Claudio Rossi - Buona sera a tutti.  Con ancora negli occhi e nel cuore la gioia e la soddisfazione di ieri di aver ricordato il Padre attraverso tornei sportivi di bambini, avevamo campi e palestre piene di bambini e famiglie tutto il giorno, è stato un evento bellissimo, questa sera siamo qui riuniti nel Santuario degli sportivi per ricordarlo... (continua)

Fabio Pizzul - Buona sera a tutti. A me toccherà di fare un pò da collante attraverso le diverse testimonienze. Io scommetto che p. Morell da lassù comincerebbe a già fare così " su su dai dai poche parole andiamo al .... dunque "

Probabilmente avrebbe di più apprezzato e avrà apprezzato di più la giornata di ieri... (continua)

 
 

Mario Anselmi  -  Beh!,  indubbiamente io ero uno dei più giovani allora. Per essere stringato parto subito dicendo arrivo a San Fedele nel 1948, arrivo con mio fratello, più vecchio di me di tre anni. A San Fedele, tra l'altro, mio padre era di casa perchè frequentava la Lega del Sacro Cuore. Tutte le esperienze che avevamo vissuto io e mio fratello negli anni precedenti appena dopo la guerra in oratorio piuttosto che nei reparti degli scout non ci avevano dato quella freschezza di vita che abbiamo poi invece trovato a San...  (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Grazie grazie a Mario Anselmi.  Il libro che citava è questo che ho qui fra le mie mani edito da Ancora una "vita con i giovani", la via non posso portarla qua ma l'avete percorsa tutti perché è il pezzo dell'ex via Feltre che praticamente da appena prima del Lambro arriva fino alla curva prima del cavalcavia della tangenziale... (continua)

 
 
 

Pinuccia Rossi - (legge Ambrogio Vecchio) - Parliamo di padre Morell nei primi anni 50, il suo sogno di un grande centro sportivo di aggregazione stava iniziando ad avverarsi e ci si buttò a capofitto a lavorarci, lavorarci letteralmente con badile carriola per trasformare una distesa di orti un po' sotto il livello stradale nell'opera Centro Giovanile Cardinal Schuster. Aveva scelto di dedicarlo al nostro cardinale che lo aveva stimolato e Benedetto a sua volta. Convinto quindi della validità dell'opera e che fosse voluta da Dio... (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Grazie. Abbiamo colto anche nello scritto di Pinuccia quasi un paradosso no "e un po' anch'io" ha messo un piccolo pezzettino... in realtà sappiamo tutti che quel po' era tutt'altro che poco per scelta di vita che abbiamo sentito che Pinuccia ha fatto qui al Centro Schuster.  Centro Schuster che poi è stato negli anni un'occasione... (continua)

 
 
 

Sandro Grippa - Scusate, mi hanno detto che devo stare nei quattro minuti può darsi che sfori un pochettino perché è difficile ricordare quasi cinquant'anni di attività assieme al padre Morell in così poco tempo e poi emoziona sempre il ritrovare ricordi ed esperienze a distantza di tanti anni specie se hanno inciso profondamente nella vita. Così è il ricordo di padre Morell. Il primo incontro negli anni 50 l'ho avuto in val Ferret sotto il Monte Bianco in una vecchia malga dove ero con alcuni universitari e padre Fossati e dove era... (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Grazie a Sandro Grippa. Tra l'altro io ho avuto modo di sbirciare un po' i suoi appunti precedentemente. Lui per me ha omesso un passaggio che però mi sembrava curioso. C'è il fatto che quando ci fu il primo casuale incontro in Val Ferret lui e gli altri del gruppo un pò degli acculturati e cose del genere davano un pò alla lunga... (continua)

 
 
 

Tony Pelizzer - Tutto ha inizio con la visita di padre Morell nel lontano settembre del 1976 a San Zenone degli Ezelini quando incontrando i miei genitori chiese la possibilità di farmi arrivare al centro Schuster per lavorare. Avevo appena 13 anni e sei mesi dopo arrivo a Milano il 1 aprile del 1977.
Da qui comincia il mio cammino insieme a padre Morell dentro al centro Schuster, parlavo dialetto veneto lui dialetto milanese quindi abbiamo per prima cosa affinato la lingua. Dopo un primo periodo di conoscenza... (continua
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Fabio Pizzul - Tony ci ha accompagnato in questa storia di amicizia, come avete vist,o alternando in maniera secondo me e molto efficace anche perché concreta e reale vera nelle dimensioni più legate alla quotidianietà nelle dimensioni e vere e propria, è il caso di dirlo, amicizia spirituale ma di una spiritualità incarnata cioè legata alla dimensione... (continua)

 
 
 

Claudio Buffo - Il Padre aveva una grande capacità di sintesi, e rusciva in poche parole a esporre in modo semplice concetti che pesavano come macigni, e sarebbe stato capace di sfruttare meglio di me questi quattro minuti per raccontare il suo processo educativo. Quali erano gli obiettivi del padre, il suo principale obiettivo fu di educare i giovani ad amare Cristo, ai Valori Cristiani, pronti ad affrontare la vita ed essere "uomini per gli altri". Quali erano le sue paure e le sue preoccupazioni? Il Padre era preoccupato    ... (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Una bella testimonianza di come non nelle teorie di qualche trattato o di qualche corso para universitario ma nella realtà lo sport si coniuga con la vita e si colloca con la dimensione educativa. Abbiamo sentito parlare tanto i laici però insomma padre Morell non è che avesse rapporti solo coi coi laici perchè aveva assidui rapporti... (continua)

 
 
 

p. Alberto Remondini sj - Buonasera, come detto non faccio parte delle origini del centro Schuster perché ho messo piede qui nel 2002. Quindi sono uno dei giovani sono fra quelli arrivati nell'ultimo decennio e come si diceva, sono arrivato qua perché i miei superiori mi hanno chiesto di occuparmi dei Gesuiti del Nord Italia. Ai tempi, fare il superiore dei Gesuiti non è una cosa tanto scontata e tanto semplice perché si tratta di occuparsi di cavalli da corsa spesso non facili da domare, che spesso che tendono andare ... (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Grazie a padre Alberto anche perché ci ha accompagnato seppur come diceva lui da neofita del centro Schuster solo da pochi anni però all'interno di un'avventura che arrivo a dire sapienziale di quella che è l'esperienza che il Centro Schuster ha permesso a migliaia di giovani nel corso della sua storia e una lettura sapienziale che ci ha anche...  (continua)

 
 
 

Angela Albini - Buona sera,  allora la mia esperienza al centro Schuster và la 75 all'84. Sinceramente i ricordi a distanza di così tanto tempo hanno dei colori molto sfumati, piuttosto direi sicuramente mettiamo i belli  quelli carichi di tutte le esperienze che si fanno con entusiasmo sforzo adolescenziale e giovanile. Facevo parte di una squadra di pallacanestro un gruppo di ragazze casualmente talentuoso avevamo dato vita e continuità alla squadra femminile. Tutte noi eravamo impegnate ad allenare squadre di ragazzine... (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Grazie ad Angela e ora ripercorriamo quello che probabilmente è stato un incontro inaspettato per padre Morell. Inaspettato probabilmente anche per l'intera comunità del centro Schuster perché ad un certo punto questo santuario è diventato anche luogo di riferimento per una comunità straniera, la comunità salvadoregna... (continua)

 
 
 

Deidamia Calderon - Padre Morell è un sacerdote quasi centenario e qui siamo all'anagrafe il periodo in cui noi arriviamo, ed è difficile parlare di lui senza pensarlo con il suo abito nero perché quello all'inizio marcava un limite per  noi salvadoregni perché con la guerra civile in El Salvador i nostri sacerdoti furono perseguitati e quindi dovevano circolare in incognito. Ma sappiamo bene chi è l'uomo che diventa sacerdote e quindi nei suoi occhi attenti che ci osservavano al nostro arrivo al centro Schuster nel 1999... (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Grazie a Deidamia per la sua testimonianza che dimostra una volta di più come la presenza anche delle cappellanie etniche, che così si chiamano le comunità straniere, è un segno di grande ricchezza per la nostra comunità ambrosiana che troppo spesso non riusciamo ancora ad apprezzare. Tra l'altro un piccolo dato la... (continua)

 
 
 

Salvatore Riccobono - Grazie ben trovati a tutti, io ho conosciuto padre Morell da quando ero un bambino di 5, 6 anni iniziavo a giocare qui allo Schuster, a 12 anni poi sono andato via perché la mia famiglia si era trasferita. Di quel periodo un flash, conservo ancora un libro dalla messa che mi regalò per la prima comunione padre Morell la dedica iniziava "al mio Amico" con la a maiuscola e vuol dire che quel amico detto da lui a un bambino di otto anni lavorò parecchio negli anni successivi e di fatto poi ritornai qui da... (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Grazie anche per questa testimonianza. Il dottor Riccobono che come avete visto ci ha suggerito anche la dimensione che già avevamo un po' prima colto anche nella testimonianza di Tony dell'approccio e della relazione possiamo anche chiamarla così di padre Morell con la malattia anche lì una relazione ispirata al suo essere... (continua)

 
 
 
 
 
 

p. Nicola Gay sj - Mi è stato chiesto di un po' chiudere e allora vorrei sottolineare il clima che si è venuto creando e il ricordo di padre Morell in qualche modo a caricato ciascuno di noi di una serie di aspetti e dei ricordi belli in qualche modo anche ci proietta in avanti ci rende contenti credo che questi ricordi ci hanno trasmesso di avere fiducia e vorrei sottolineare soltanto due aspetti di quanto abbiamo ascoltato di quanto Morell a saputo fare. Il primo è di creare dei legami molte persone che parlando hanno detto...  (continua)

 
 

Fabio Pizzul - Ci possiamo sedere ancora per qualche istante perché la parte conclusiva di questo nostro incontro è caratterizzata da altri due segni prima dei quali però consentitemi di dare qualche breve indicazione riguardo dei modi con cui vorremmo ricordare padre Morell anche nelle prossime settimane. Il 1 giugno c'è la festa... (continua)

 
 
 

Carlo Wolter - Io vi chiedo 30 secondi prima perché volevo comunicarvi com'è nata questa cosa perché qualcuno l'ha chiamata preghiera adesso il nuovo termine saluto un messaggio non lo so che cosa è però volevo dirvi come è nata.  La sera prima del funerale di padre Morell eravamo in palestra e un po' mettevamo in ordine ma eravamo ancora lì in tanti ma la situazione era così di tensione commozione che ci abbiamo messo  un sacco di tempo e a gruppetti ci dicevamo 2 3 cose uno con uno uno con l'altro c'era questa ...  (continua)

 
 
 
 
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