- 100° p. Morell sj

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testi

testimonianze libere

 

(Carlo Wolter)
sono Carlo Wolter, io sono stato allo Schuster vent'anni e ho fatto e condiviso con molti di voi tante cose che  sicuramente conoscete altrettanto bene quanto me e volevo parlare invece di una cosa che è successa fuori dallo Schuster. Nell'81 io facevo l'università padre Morell chiamò me e Paolo Rigatelli e disse voi dovete fare qualcosa fuori di qui basta, fine, fra due anni ci sarà il congresso eucaristico e c'è un gruppo che sta organizzando il congresso per tutti i ragazzi i giovani della diocesi di Milano che poi è finito   al parco di Monza e ci ha praticamente introdotto in questo gruppo che era coordinato da Luchino Carini in cui afferivano  rappresentanti di un po' tutte le realtà ecclesiali che c'erano nella diocesi e dopo un anno di duro lavoro nell’82 avevamo preparato la manifestazione per la Pentecoste con i cresimandi allo stadio di San Siro è stato un grosso lavoro un grosso afflusso avevamo le canzoni nuove di Meregalli che stavamo provando per la festa dell'anno dopo ed era una cosa molto sentita e molto importante e io ero tutto eccitato da questa cosa finche’ una settimana prima di quella data scoprì con mio grande disappunto di avere preso la varicella e quindi io mi misi a letto pieno di pustole con 40 e mezzo di febbre delirante e durante uno di questi deliri un pomeriggio mi apparve padre Morell e mi venne un colpo perché padre Morell era noto che andava trovare quelli che erano veramente messi molto male e basta. Quindi quando lo vidi   mi venne un tarcollo e lui mi disse sono venuto qui a parlarti della provvidenza e io avevo 40 di febbre la provvidenza questo forse mi sta prendendo in giro e cercai di ribellarmi e lui mi disse no devi capire bene perché questo io capisco che e’ una tua rinuncia questa ma devi viverla come un passaggio perché magari c’e’ un disegno più ampio e questo disegno poi ti porta ad altre cose quindi sopporta questo passo e sopporta questo passo per farla breve porta a un anno dopo  tra parentesi mancano pochi giorni al ventesimo anniversario perchè il 21 di maggio all'autodromo di Monza c'è stata questa manifestazione in cui 250.000 giovani si sono trovati per accogliere il Papa che veniva a chiudere a visitare Milano e a chiudere il congresso eucaristico e in quell'occasione, l'incontro del Papa era nel primissimo pomeriggio, alle 11 del mattino don Pino Caimi mi prese sotto mano e mi disse senti il discorso introduttivo di saluto al Papa lo fai tu. Io sono rimasto lì così colpito ma perché io... mi disse lo fai tu e quindi io in un'ora e mezza ciancicando un foglio di carta su cui avevamo scritto velocemente l'indirizzo di saluto che era stato passato al setaccio dalla censura perche’ c’erano delle frasi che non si potevano dire pero’ quello che ho detto a lui era proprio censurata e mi sono preparato e quindi ho fatto questa questo saluto al Papa dopo di che secondo la norma mi sono inginocchiato per baciargli l'anello invece ero giovane e il Papa mi ha brancato di forza e mi ha tirato su e mi ha abbracciato e io ho avuto un mancamento, lo confesso, dopodiché sono sceso dal palco, sono sceso insomma sono rimasto ad 1 mt e mezzo d'altezza mentre scendevo dal palco con una commozione con una sensazione che aveva dell'incredibile.  in quei giorni padre Morell   aveva avuto il suo ultimo infarto e quindi era in ospedale e lui doveva fare un incontro anche lui assieme ai sacerdoti col Papa ma è questo gli è stato negato dalle sue condizioni di salute
Qualche giorno dopo io sono riuscit ad andare a trovarlo e quando lui mi ha visto qualcuno gli lo avrà  raccontato di quello che era successo, la Pinuccia penso, e quando mi ha visto ha fatto un sorriso incredibile mi ha stretto le mani e mi ha detto ti ricordi quello che ti ho detto della provvidenza. Quel disegno si è compiuto e tu hai avuto quella rinuncia forzata perché forse era scritto che tu dovessi avere questa esperienza io invece che avevo aspettative di incontrare il Papa perché veniva qui a Milano eccetera ecco adesso mi sento su di me questa cosa che ho detto a te adesso la ripeto a me stesso io adesso non posso perché ci sarà un'altra occasione un altro momento è scritto e io avrò questa occasione questo segno successivamente. Ecco questa vicinanza questo vivere la provvidenza è una cosa che lui ci ha sempre inculcato ci ha sempre fatto sentire molto prossimo con una delicatezza e una capacità di ricordare tutti questi fatti che mi ha veramente colpito

(Fabio)

grazie Carlo. Allora lui nell'autodromo di Monza ha abbracciato il Papa io ho visto l'elicottero arrivare e basta ho visto nient'altro, elicottero bianco di sfuggita, poi non si è visto nient'altro, però eravamo lì. Qualche altra.. anche meno impegnativa..... io giro intanto.... vi vedo anche da dietro se alzate la mano non preoccupatevi... quà fanno i timidi.... se il Bona fà il timido sem a post.... io giro, però non è mica... non è mica obbligatorio comunque io faccio passare ancora qualche istante timidamente si alzano due dita che non so se rappresentano servizi no una testimonianza.

(Pierluigi Lacci
)
Mi ricordo padre Morell che faceva le prediche ai ragazzini che mandava dentro Panzera duravano cinque minuti ma restavano nella testa

(Fabio
)
E' una tirata di orecchi a chi ha fatto la testimonianza di prima che è stata troppolunga? Anche.
Io mi aggiro ancora eh! nelle retrovie
Ma i ragazzini stavano volentieri o no a sentire le prediche, (Panzera) come?, (Fabio) Stavano volentieri a sentire le prediche o no i ragazzini? (Panzera) Certo volontariamente proprio, (Fabio) per volontà sua e di Panzera non dei ragazzini però poi alla fine qualcosa rimaneva, (Panzera) si’, certo certo.

(Sergio Panzera
)
beh io mi ricordo una cosa un fatto di padre Morell che mi è rimasto un po', non volevo dirlo ma comunque, padre Morell era un gesuita ma per me sarebbe stato un ingegnere edile formidabile. Non so quanti anni fa 25-30 anni fa si dovevano cambiare i pali delle porte dello stadio. Allora la partita era per le ore 15:00 alle nove padre Morell chiama due ingegneri, cinque operai e cominciano a lavorare per mettere queste benedette porte alle 13 avevano messo una porta. Sono andati a mangiare padre Morell con il suo metro, che era un fazzoletto, scusate sporco sempre perchè era raffreddato, prende due uomini scende a hanno messo su una porte 40 minuti hanno controllato i metri eccetera e le misure erano più esatte quelle della porte che aveva messo lui con il suo fazzoletto. Questo E' un fatto capitato a padre Morell. Un'altra cosa era che quando sono venuto qui mi mandava un po' come un dobermann a vedere, vai a vedere la così così cosa succede vai vedere lì cosa fa quello lì la chiaramente creavo creavo un po' di gente un po' fastidiosa insomma andavano da padre Morell e dicevano padre Morell quello lì ci sforza quello lì viene lì tutte le volte  a va bene và bene adesso lo prendo io quello la ecc, ecc. Allora io saputo di questo vado da padre Morell gli dico scusi padre lei mi manda prima fare il dobermann e poi vengono qui lei dice ci penso io ci penso ma lei non mi dice mai niente. Senti Panzera se ti dico una volta una cosa per volta e te la dico col cuore tu finché fai tutto quello per il centro Schuster non avere paura di nessuno ti devi preoccupare quando tu fai qualche cosa al di fuori dello Schuster e questo mi è rimasto impresso lo faccio ancora adesso.

(Fabio
)
grazie grazie a Panzera, abbiamo ancora 5, 6 minuti se c'è qualcun altro che vuole... Dovè Beretta dovè, cha! Fà la spia il Panzera ha il fiuto del doberman... Ho visto una mano alzarsi a eccolo qua

(Mario Beretta
)
Si parlava prima delle prediche Panzera mi veniva a pizzicare per andare a messa. Spesso e volentieri perché io non ero molto di chiesa e non sono tuttora non lo nego, non è un problema, però dicevo adesso a Guido che molto spesso, le messe le facevano altri non era solo padre Morell che faceva la messa in quell'occasione allora non andavo a messa, però quando c'era padre Morell andavo sempre per un semplice motivo che praticamente lui all'interno della messa parlava sempre di cose reali di cose che succedevano al centro Schuster di cose che succedevano nella vita di quello che aveva letto sul giornale magari il giorno prima o il giorno stesso e questo secondo me era l'aspetto importante, cioè il suo Vangelo era davvere della strada dello sport è per me era una cosa importante.

(Fabio
)
Grazie, ho visto una mano ....

(Giuseppe Buffo
)
ma io penso di poter condividere con parecchi di voi una serata come questa ha dato il segno di quanto padre il Morell ci abbia coinvolto e quanto noi abbiamo partecipato e possiamo dire oggi con orgoglio c'eravamo anche noi.

(Fabio
)
e li il Paolo

(Paolo Colonnello
)
io sono venuto qua che  ero proprio bambino piccolo nel 62 credo poi ho fatto anche la mia adolescenza poi ad un certo punto me ne sono andato però padre Morell è stato veramente un padre io ogni tanto quando era adolescente scappavo di casa e alla fine girando girando arrivavo sempre qua e lui regolarmente poi mi invitava a venire poi chiamava i miei e con lui ho avuto sempre un rapporto strano c'è chi ha avuto un rapporto diciamo così più da acqua santa ed io ero quello che aveva il rapporto con il diavolo io venivo qua magari un po' per il prete e tentavo di parlare e cosi’ mi sentivo dire da questo prete con questa tonaca sempre linda con questi segni di povertà vera che lui aveva mi diceva ma io ti capisco, pensa io prenderei un mitra andare in giro a sparare quando vedo certe cose sentivo tutta la sua forza tutta la sua rabbia e tutta la sua capacità di incanalare questa forza questa e rabbia in un qualche cosa di diverso che non fosse distruttivo ma costruttivo e poi abbiamo parlato tantissimo non vi stò a raccontare perchè è un intervento e deve  essere breve io ricordo però sempre una cosa intanto mi si apriva il cuore quando tornavo qua a trovarlo e poi la sua stretta di mano che era così forte, così intensa sembrava non volermi lasciare mai ecco questa stretta di mano mi accompagnava per lungo tempo finchè poi mi vedeva ritornare qua

(Fabio
)
grazie

(Consuelo Manca
)
intervento velocissimo, io l'ho conosciuto tardissimo perché sono arrivata al Centro molto tardi. il mio è stato rapido veloce io sono un istruttore di tennis sono arrivata qua dal Ambrosiana sperando di poter insegnare tennis lui mi ha accolto mi ha io le fatto vedere un programma che avrei potuto fare lui con semplicità mi ha detto si bello però a noi adesso il tennis non ci interessa tu vai all'avviamento segui i bambini dell'avviamento e rimani nell'avviamento e così è stato poi vedrai che un giorno riuscirai a fare del tennis e così è stato

(Fabio)

grazie c'è spazio ancora per qualche intervento intanto mi avvio verso la parte... Bona non ha mai conosciuto padre Morell, dai c'ià una battuta

(Bona)
una persona di carattere padre Morell, mi ricordo che stavamo lì in via Santa Redegonda e... le dico padre dem a mangià.... c'è qui Luini... no no mi al cunusi no, ma al cunosi mì ghe disi. Allora entro... ecco signor Luini c'è un signore che la vuol salutare. Luini guarda fuori dalla bottega da quel botteghino che ha e vede padre Morell pianta lì carte tutto quanto e... mangiati due, due ne ha mangiati.


(Fabio
)
grazie... una battuta veloce

(B. Pizzul
)                                              
ho sentito delle testimonianze di persone che sono state vicine a padre Morell e che ne hanno apprezzato per quello che è stato giustamente definito il carisma. Lui era un personaggio davvero singolare unico direi proprio perché combinava questo suo modo di proporsi anche severo commisto però palesemente dal sorriso e da questa sua fiducia che tutto quello che poteva pensare ipotizzare sarebbe andato a buon fine. Uomo della provvidenza direi no però uomo che ha lasciato veramente una traccia profonda in tutti coloro che l'hanno conosciuto io ho avuto più occasioni di venire qua convocato da lui che riusciva qualche volta anche a vincere la mia pigrizia e a coinvolgermi in qualche iniziativa e ricordo però dei momenti del tutto particolari per esempio tua sorella, la mia figlia più piccola, ha fatto il pranzo di nozze fuori qua nel giardino e lui è venuto a salutarci sono momenti che veramente restano dentro perché era difficile ipotizzare il centro Schuster senza padre Morell però il fatto che voi siete ancora qui e che lo ricordiate e che il centro vada avanti è la chiara testimonianza di quello che lui ha fatto e di quello che lui ha lasciato e  di questo tutti devono essergli grati.

(Fabio
)
trà l'altro non trascuriamo anche un'altra cosa che nessuno ha accennato che però aleggia ed è aleggiato anche nella storia dello Schuster, perchè quest'area era un'area abbastanza appetibile, e c'era negli anni c'è stato anche qualcuno che voleva probabilmente su quest'area fare altro rispetto al centro Schuster e se il questo centro Schuster ancora oggi è una realtà che è al servizio dello sport dei ragazzi al servizio della comunità diocesana lo si deve anche alla tenacia di padre Morell perché probabilmente qualcun altro al posto suo avrebbe anche ceduto alle lusinghe e ai progetti e ai soldi anche che venivano proposti per questa area. Detto questo visto che siamo in perfetto orario abbiamo un altro confratello di padre Morell qui tra noi abbiamo un altro padre gesuita che, padre Gay, al quale, cosa faccio, cedo il microfono, si dai ...  passiamo da li ... prego

 
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