- 100° p. Morell sj

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Deidamia Calderon

 

Padre Morell è un sacerdote quasi centenario e qui siamo all'anagrafe, il periodo in cui noi arrivamo, ed è difficile parlare di lui senza pensarlo con il suo abito nero perché quello all'inizio marcava un limite per  noi salvadoregni perché con la guerra civile in El Salvador i nostri sacerdoti furono perseguitati e quindi dovevano circolare in incognito ma sappiamo bene chi è l'uomo che diventa sacerdote e quindi nei suoi occhi attenti che ci osservavano al nostro arrivo al centro Schuster nel 1999 dalla nostra timidezza potevamo renderci conto che in realtà lui aveva un grandissimo desiderio di conoscerci cominciando dalle nostre origini dalla nostra cultura e il nostro atteggiamento ma soprattutto del nostro essere cristiani cattolici ci sono tantissime cose che padre Morell e noi salvadoregni abbiamo in comune cominciando dall'essere essere umani passando dalla ricerca per essere migliori cristiani prendersi cura del prossimo la preoccupazione per il futuro dei bambini ed  i giovani aiutare attraverso lo sport, conoscere reciprocamente le nostre storie, riconoscere l'impegno che la compagnia di Gesù ha colto nella storia del Salvador fino ad arrivare al martirio di alcuni di loro che dessero la vita per il nostro popolo così sofferto tutte queste cose le compartivamo le compartiamo ancora nella casa che lui ha costruito il Schuster.

In Padre Morell troviamo un grande idealista un sognatore ricordo che nei primi tempi mi chiamava quasi tutti i giorni per riassumere la giornata della domenica anteriore va detto che subito al primo momento fin della prima , domenica. Lunedi, lui mi ha chiamata poi venire un attimo? io ero al lavorare e dico padre non ho tempo, se  arrivo al pomeriggio? no devi venire  adesso, và bene arrivo, bastarono cinque minuti, aveva degli appunti di quello che mi doveva dire e quando mi dice tutte le cose non belle che avevano fatto i miei connazionali la prima domenica! io mi irrigidisco molto e dico padre glie lo dica a padre Ferdinando e lui mi dice no, non ti ricordi più perché noi siamo arrivati qua nel 99 ma nel 97 abbiamo avuto un incontro segretissimo ma segretissimo in quattro persone tre giganti e questa piccola donna, cardinal Martini, padre Ferdinando Colombo e padre Ludovico Morell. Di quell'incontro io mi ricordo soltanto la gioia la felicità mia e la soddisfazione  mi sono sentita così realizzata solo per essere stata vicina al cardinale Martini e io non ho ascoltato che cosa si dissero loro da tanto emozionata che ero,  e quando lui mi chiamò quella volta li mi dice quel giorno dicemmo che tu saresti stata la responsabile dei salvadoregni qua allo Schuster, mamma mia, e da lì c'è stato sempre questa abitudine sempre sempre mi chiamava io correvo dovunque mi trovassi mi chiamava padre Morell io correvo perché lui mi congedasse in un minuto.  

Eravamo.. Lui, Lui padre Morell ha istituito la nostra comunità nella conformazione Schusteriana e sognava spesso che un giorno io e Conchy arrivassimo a formare parte del direttivo. A noi ci veniva la pelle d'oca e avevamo il terrore di questa realtà.
Quando ci vedeva tristi o feriti di qualche comportamento locale lui ci ricordava il nostro essere cristiani e ci chiedeva di essere tolleranti pazienti e soprattutto ci chiedeva di perdonare. Se adesso mettessimo nella bilancia allegrie e tristezze di tutto insieme senza ombra di dubbio la bilancia andrebbe verso l’ allegria perché alla fine della giornata tutto ne vale la pena quando siamo esseri umani che ci giochiamo per il benessere comune quando apriamo le porte di casa nostra a chi cercando un futuro migliore,  hanno lasciato la propria terra per cercare una vita dignitosa per sè per la sua famiglia e anche per il suo popolo che vive il Vangelo e tutto vale la pena!.

E su questa strada che ci siamo incontrati e abbiamo camminato insieme con padre Morell per noi lui è stato un amico una guida che ci ha aperto le porte di casa sua ma prima di questo ci ha accolto nel suo cuore che ci spingeva a non lasciarci condizionare ci diceva voi venite da una realtà diversa noi qua siamo diventati materialisti, tutte le frustrazioni di quegli anni grazie all'umanità sensibilità pazienza evangelica di questo grande uomo, parte delle nostre aspirazioni sono diventate realtà.. agregazione, usi, tradizioni trasmissione delle nostre radici alle nuove generazioni il tutto per mantenere la nostra identità viva.     
                            
Ciò che ci contraddistingue come latini come salvadoregni è la nostra origine cristiana cattolica va detto e ci tengo a dirlo perchè ci sono anche dei salvadoregni di allora, io sono sì, una delle protagoniste della strada cristiano cattolica però come può una comunità senza fissa dimora, eravamo dei randagi eravamo lì ad elemosinare dove incontrarci e allora noi ci basavamo con nostri limiti sui valori evangelici quando noi siamo entrati qua, quando ci siamo sentiti un po' tutelati gli altri anime giovani in particolare Conchy Castillo , noi abbiamo fatto il processo ricordiamoci che nessuno è profeta nella propria terra così succedeva per mons. Romero, noi abbiamo fatto il processo di conoscere mons. Romero e quindi in questa sede, noi che eravamo parte della comunità salvadoregna a Milano  a Comunità Salvadoregna Monsignor Romero Milano a padre Morell un grazie dovunque si trovi.

 
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