- 100° p. Morell sj

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Fabio Pizzul

 

Buona sera a tutti.

A me toccherà di fare un pò da collante fra le diverse testimonianze.

Io scommetto che p. Morell da lassù comincerebbe a già fare così " su su dai dai poche parole adiamo al .... dunque"
Probabilmente avrebbe di più apprezzato e avrà apprezzato di più la giornata di ieri fatta di tornei e altre cose, però ci sembrava importante anche che questa sera si potesse condividere, assieme, quelle che sono delle tracce che di p. Morell sono rimaste all'interno della nostra vita all'interno e della nostra esperienza oltre alle tante opere che sono rimaste: una di quelle più significative sicuramente è quella nella quale ci troviamo in questo momento.

Come funzionerà la serata?

Ci sarà un susseguirsi di testimonianze qui dall'ambone e nel frattempo verranno anche proiettate alcune immagini che in qualche maniera si riferiscono ai diversi periodi ed alle diverse situazioni attraverso le quali ricorderemo p. Morell.

E poi avremo nella parte finale della serata anche la possibilità per qualche intervento libero. Girerò io tra i banchi con il microfono, mi segnalerete la vostra volontà di intervenire però lo faremo in maniera molto sobria e anche molto contenuta nei tempi - cosa che è sempre piaciuta-, a partire dal modo in cui proponeva le sue omelie-, a p. Morell, non possiamo smentirlo, potrà dirlo anche in una serata come questa, e allora cominceremo un pò dagli inizi.

Già il presidente Claudio Rossi intervenendo prima ci ha detto un pò del cammino da giovane a Osnago, poi seminarista poi prete ordinato prima prete diocesano e poi accolto nella Compagnia di Gesù e ripercorreremo un pò tutti questi momenti fino ad arrivare alla fase centrale della sua vita che si è svolta proprio quà al Centro Schuster fortemente voluto da lui.

E iniziamo però andando all'inizio del suo ministero agli esordi del suo ministero in tempi non facili nel dopo guerra in quel di Milano, una Milano che era profondamente diversa attorno a San Fedele rispetto a quella di adesso, - perchè era una Milano fatta di macerie - come sentiremo raccontare - e questa prima testimonianza la affidiamo a Mario Anselmi, un giovane di allora dell'oratorio appunto in cui cominciò ad operare padre Lodovico in quel di San Fedele.

Prego Mario

 
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