- 100° p. Morell sj

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Fabio Pizzul

 

Grazie anche per questa testimonianza. Il dottor Riccobono che come avete visto ci ha suggerito anche la dimensione che già avevamo un po' prima colto anche nella testimonianza di Tony dell'approccio e della relazione possiamo anche chiamarla così di padre Morell con la malattia anche lì una relazione ispirata al suo essere prete al suo essere sacerdote quindi uomo di fede nella scaletta adesso c'era segnata che dovevo fare una testimonianza anch'io ma ho già parlato tanto tra una testimonianza e l'altra e mi limito solo qualche piccolo flash.

Io ho incrociato padre Morell sotto diversi aspetti per un certo periodo io sono stato responsabile dei ragazzi dell'azione cattolica della diocesi di Milano e il centro Schuster era il luogo in cui una o più volte all'anno cercavamo per i cosidetti meeting gli incontri per i ragazzi che venivano da tutte le varie parti della diocesi e ricordo che venivo da padre Morell a trattare a trattare l'utilizzo degli spazi del Centro.

Io mi presentavo padre Morell era sempre molto molto duro no della serie di cosa avete bisogno questa volta e allora io cominciavo a dire avremo bisogno della palestra, si però gli spogliatoi no, va bene, avremo bisogno anche del campo che c'è accanto alla palestra, questo vediamo è!, insomma un tira e molla per precisare proprio nel dettaglio quello che dovevano essere gli spazi che potevamo utilizzare dopo poi quando arrivavamo qui quel giorno padre Morell diceva fate quel che volete è a vostra completa disposizione il centro ci mancherebbe anche altro quindi questo tratto proprio della durezza diciamo così di approccio affiancato però di fatto poi a una totale disponibilità alle necessità di chi veniva al centro Schuster per svolgere un'attività e poi durante la giornata veniva continuamente padre Morell, tutto a posto? c'è bisogno di qualcosa? quindi una grande premura anche nelle piccole cose della possibilità di far sentire a loro agio gli ospiti e poi un altro aspetto mi ricordo di padre Morell ogni volta che c'era questa trattativa o comunque poi c'era qualche richiesta dopo un po' di trattativa alla fine però salutandomi mi diceva sempre "contaci" cioè conta su di me contate tutti voi sul fatto che io ci sono e su di me potete fare affidamento.

Un altro aspetto poi di padre Morell che mi ricordo è quello della sua voglia di sentirsi parte della comunità diocesana a più livelli perché voleva che il centro Schuster fosse un centro a disposizione del decanato e comunque delle realtà parrocchiali della città di Milano e questo è sempre stato un po' suo cruccio quello di non essere una realtà considerata al di fuori della dimensione della Diocesaneità ma voleva essere al servizio proprio nella dimensione della diocesi e soprattutto delle parrocchie quà attorno e                      spesso leggeva come sofferenza il fatto che le parrocchie non lo cogliessero come l'opportunità e una grande chances che era loro offerta e poi una grande convinzione del fatto che lo sport dovesse entrare a far parte della pastorale diocesana a tutti gli effetti e padre Morell quindi credette molto nella consulta diocesana dello sport e per quanto gli fu consentito anche dalle sue condizioni la accompagnò continuamente fu un punto di riferimento saldo ed ineliminabile probabilmente senza la tenacia di padre Morell quella idea della consulta diocesana per lo sport che poi ha camminato molto e ha fatto negli anni anche iniziative importanti come il Natale degli sportivi e tante altre iniziative ecco senza la tenacia di padre Morell questo probabilmente non sarebbe stato possibile e possono testimoniarlo sicuramente i tanti preti che gli sono stati accanto in questa dimessione per l'impegno per lo sport ne cito due in particolare Don Massimiliano Sabbadini e poi anche Don Alessio Albertini che se adesso ha questo ruolo di consulente del CSI e di allenatore per lo sport anche a livello diocesano deve molto anche alla passione di padre Morell.

Chiudo questa chiacchierata  perché mi sono accorto stata troppo lunga mi rendo conto e vi chiedo scusa, con un piccolo altro aspetto padre Morell ad un certo punto mi fece un regalo non so come gli venne in mente comunque mi chiamò nel suo sontuoso appartamento qua di fronte e mi ha detto senti questo te lo regalo mi raccomando abbine cura. Era un messale in friulano perché saprete che il friulano nella lingua riconosciuta anche dalla chiesa c'è un rito con tanto di traduzione della Bibbia del messale friulano non so da dove gli fosse arrivato probabilmente, gli lo avrà regalato qualcuno che sentendo il cognome Morell pensava che fosse friulano e glie lo avrà regalato ma lui che era di Osnago e quindi col friulano non aveva nulla che fare me lo regalò e ce l'ho ancora lì questo messale friulano che mi regalò padre Morell e mi fermo qui con appunto tanti ricordi che riaffiorano ma con la sensazione di avere incontrato un prete vero un vero gesuita che ci ha lasciato una bella eredità di cui dobbiamo essere responsabili.
E mi incammino verso di voi perché adesso c'è lo spazio di una ventina di minuti o giù di lì per qualche testimonianza anche fra di voi un minutino un minutino e mezzo tengo io il microfono così se andate oltre me ne riapproprio con libertà e basta che segnaliate la vostra volontà di intervenire io mi reco presso di voi.

...... vuole fare l'intervento o è uno spostamento tecnico, spostamento tecnico basta saperlo

..... scruto l'assemblea ......             

 
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