3_0_mario - 100° p. Morell sj

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Mario Anselmi

 

Beh,  indubbiamente io ero uno dei più giovani allora.

Per essere stringato parto subito dicendo arrivo a San Fedele nel 1948 ,arrivo con mio fratello ,più vecchio di me di tre anni.
A San Fedele, tra l'altro, mio padre era di casa perchè frequentava la Lega del Sacro Cuore.

Tutte le esperienze che avevamo vissuto io e mio fratello negli anni precedenti appena dopo la guerra in oratorio piuttosto che nei reparti degli scout non ci avevano dato quella freschezza di vita che abbiamo poi invece trovato a San Fedele.
Non che a San Fedele l'oratorio desse queste particolari bellezze anche visive.

Come diceva adesso Pizzul l'oratorio era circondato, - per chi sà com'è ubicata la zona, - via Catena era tutta bombardata e al di là del campetto in cui noi giocavamo c'erano tutte macerie e quindi c'era ben poco da sfogliare verze .
Però in quell'ambiente ragazzi e ragazze, allora già insieme, - si sono trovati subito come se fossero a casa loro.
Avevamo momenti di gioco alternati con momenti di preghiera e questa Madonna ci ha visti tante volte nella Cappelletta riuniti tutti assieme.

Aveva una spiccata capacità - padre Morell - di individuare in ciascuno di noi i propri punti di forza e punti di debolezza, sapeva come un buon un padre di famiglia intervenire in maniera adeguata ; cercando di aiutarci a correggere i nostri sbandamenti ma sapeva anche essere al momento giusto molto severo.

Sapeva anche come, in quel periodo soprattutto, interessarci alla vita di quelli che allora stavano molto peggio di noi e con questi esempi ci dava la possibilità di maturare in maniera adeguata per affrontare poi la vita. Puntava soprattutto ad avere sempre ad ispirare sempre in noi la fiducia massima nella Madonna.

Gli anni passavano; naturalmente ciascuno di noi maturava nell'età. Potevano esserci anche dei momenti in cui la visione della situazione non era coincidente ma questo poteva anche sì raffreddare qualche volta i rapporti però nessuno mai si è staccato.                   
Vedo di andare rapidamente - : - anche per me poi è arrivato il momento di entrare nella Congregazione Mariana.
La Congregazione Mariana era un punto di arrivo di forza per padre Morell per cercare naturalmente per ciascuno di noi maturare la propria esperienza.

Arriva successivamente anche il periodo del Centro Schuster.
Allora anch'io come tutti gli altri quasi quotidianamente si veniva qui a piedi, in bicicletta come si poteva per cercare di arrivare ad avere la disponibilità di questo posto meraviglioso  nel più breve tempo possibile; e arriva poi successivamente anche il momento della benedizione della prima pietra a Roma .

In quel gruppetto di giovani atleti che sono raffigurati nella fotografia  sul Verde e Nero ci sono anch'io.
Ecco, succede poi naturalmente che con il passare degli anni, cominciano gli impegni di lavoro.
Personalmente mi assento da Milano per tre anni consecutivi quindi necessariamente modero i contatti.
Dopo tre anni ritorno ,ma subito nuovi impegni di lavoro mi tengono impegnato sempre fuori Milano così si affievoliscono un pò i contatti, ma solo i contatti materiali non i rapporti, rapporti che comunque si sono manifestati in maniera molto significativa per tutto l'arco della vita.

Al termine del mio rapporto di lavoro ho ripreso contatto poi con padre Morell; ho cercato di mettermi disponibile per quanto il tempo libero per  dare gli apporti che lui riteneva necessario attraverso la mia capacità e la mia esperienza .
E arriviamo poi - , - faccio dei salti nel tempo molto rapidi - , arriviamo poi al momento della sua fine.
Perlomeno al momento in cui lui - ormai molto anziano -  non ce la fa più a tirare avanti .Ancora qui cerco di essergli vicino come già negli anni passati mi era capitato di farlo .Lo seguo fino a Gallarate e successivamente non resto impassibile alla sollecitazione del gruppo di "vecchi giovani" di San Fedele per darci da fare e riuscire a far intitolare la strada con il suo nome e successivamente raccogliere le documentazioni che ci sono servite per il completamento del libro che è stato poi fatto in sua memoria in suo  ricordo: - Il libro "una vita per e con i giovani".   
          
Ecco ci si può domandare da dove derivasse questa capacità di padre Morell, probabilmente ci dà lui anche la stura per individuare queste capacità avendo vissuto da giovane per tanti anni nell'oratorio di Osnago. E tra i suoi scritti abbiamo trovato uno scritto molto interessante a questo proposito.

Lo leggo , dice :
"Ho passato tutta la mia giovinezza con Don Francesco nell'oratorio di Osnago nel quale oltre alla presenza dei ragazzi non c'era nulla. Nel nostro oratorio c'era veramente nulla ma eravamo un gruppo di amici che ora si stanno ritrovando in paradiso . Lo ricorderò sempre a tutti. Per tutti noi bastava un cortile,un portico, un piccolo teatro una povera Cappella: un cuore di prete  è quanto mi ha aiutato a cercare di trovare l'essenziale".        
                 
E questo sostanzialmente è quello che lui ha riprodotto ed esattamente nell'oratorio di San Fedele cosa per cui credo che noi tutti dobbiamo essergli grati.

 
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