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Io vi chiedo 30 secondi prima perché volevo comunicarvi com'è nata questa cosa perché qualcuno l'ha chiamata preghiera adesso il nuovo termine saluto un messaggio non lo so che cosa è però volevo dirvi come è nata.
La sera prima del funerale di padre Morell eravamo in palestra e un po' mettevamo in ordine ma eravamo ancora lì in tanti ma la situazione era così di tensione commozione che ci abbiamo messo un sacco di tempo e a gruppetti ci dicevamo due tre cose uno con uno uno con l'altro c'era questa situazione veramente intensa nessuno voleva andare a casa e saremmo rimasti lì tutta la notte se qualcuno non ci avesse cacciato fuori e queste parole che ci siamo detti, tutte queste cose, si sono diciamo così riversate dentro nella testa nel cuore e sono rimaste lì e si sono infilate una dopo l'altra secondo una sequenza che non lo so, ma questo l'ho scritto alcuni giorni dopo nel frattempo c'era stato il funerale sera parlato anche con altre persone ecc. quindi è un insieme di tanti pensieri di tutti.
Fisicamente l'ho scritto io ma è diciamo così è un messaggio comunitario ecco diciamo ci sono alcune persone che sanno bene che hanno contribuito anche loro e così insomma se serve a ricordare a capire un po' che cosa ci ha fatto.
A te
Tu sei entrato nelle nostre vite come un'onda di tempesta
una mattina ho una sera mentre nessuno ti aspettava
hai rivoltato le nostre certezze come foglio al vento
ci hai fatto naufragare e poi ci hai tirato in secca
Tu sei stato frusta del domatore e carezza del padre
sei è stato tarlo che rode e grillo parlante
lingua che grida e orecchio che ascolta
nemico a volte ed amico incompreso
sei è stato padre
C'eri sempre quando non ti volevamo ma ci si servivi
e ci mancavi quando credevamo di non aver bisogno di te
Ci hai mostrato la necessità dell'amore
ci hai insegnato la difficoltà dell'amore
ci hai costretto con grande fatica ad amare
Ci hai fatto pregare
ci hai insegnato a pregare
ci hai obbligato a pregare
ci hai fatto vivere la preghiera
Ci hai fatto soffrire
ci hai fatto capire la sofferenza
ci hai fatto capire quanto soffrivi per noi
Comandavi ma sei stato servo di tutti
ci hai lavato i piedi il Giovedì santo
ci hai angosciato il Venerdì
ci hai annunciato la buona notizia Sabato notte
Quanti di noi hai lasciato andare senza rimpianti
quanti ne ha accolti come il figliol prodigo
ogni volta che tornavamo a trovarti
Non hai mai dimenticato nessuno
e a ciascuno ti rivolgevi nella sua lingua
E anche alla fine se non potevi più dircelo
i tuoi occhi il tuo sorriso hanno parlato ancora
Guarda quanti ti hanno voluto bene... No!
Guarda a quanti tu hai voluto bene
Quanti di noi hai accompagnato dove nessuno avrebbe osato
quanti di noi hai tenuto fra le braccia quando la pena era tutto
quanti di noi hai salutato tu solo col sorriso alle labbra
perché il peso di perderli era leggero davanti al loro premio
e noi oggi non siamo capaci di quel sorriso
Senza di te la nostra vita non sarebbe stata la stessa
senza di te la nostra vita non sarebbe stata la stessa
senza di te la nostra vita non sarebbe stata