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Grazie a Deidamia per la sua testimonianza che dimostra una volta di più come la presenza anche delle cappellanie etniche che così si chiamano le comunità straniere è un segno di grande ricchezza per la nostra comunità ambrosiana che troppo spesso non riusciamo ancora ad apprezzare.
Tra l'altro un piccolo dato la celebrazione che da un po' di anni a questa parte, cattolica e più frequentata nella città di Milano è quella del "segnor de ordinandos" della comunità peruana e sudamericana più in generale è quella in assoluto la celebrazione più partecipata con la processione che nel mese di Ottobre praticamente blocca il centro di Milano, processioni con italiani così frequentate non se ne vedono più da anni.
L'altro aspetto che mi parrebbe importante sottolineare di questa testimonianza è come un padre gesuita quasi novantenne legittimamente di fronte all'arrivo di una comunità strana come quella salvadoregna probabilmente avrebbe potuto porre qualche barriera qualche muro, avete visto come dice Deidania invece con quale spirito padre Morell si è messo al servizio letteralmente della comunità salvadoregna e anche questo è un dato sul quale riflettere, poi consentitemi solo di ricordare e di salutare con grande piacere il fatto che qualche giorno fa è ripartita la cuasa di beatificazione di monsignor Oscar Arnulfo Romero e anche questo è un segnale sicuramente importante e del quale dobbiamo essere felici e auspicare che presto questa figura possa essere additata davvero come esempio di santità per la Chiesa universale.
Passiamo a un'ultima testimonianza, quella dei quattro minuti poi ci sarà quelle più veloci tra i presenti, l'ultima testimonianza relativa a chi ha giocato a basket da atleta qua al centro Schuster ma poi vi è ritornato da genitore ma anche da medico perché colui che ci sta per regalare la sua riflessione ovvero Salvatore Riccobono arrivato qua come cestista negli anni 70 poi ha accompagnato anche in maniera professionale come medico e come genitore del centro Schuster padre Morell, prego dottore