- 100° p. Morell sj

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Salvatore Riccobono

 

Grazie e ben trovati a tutti, io ho conosciuto padre Morell quando ero un bambino di 5, 6 anni e iniziavo a giocare qui allo Schuster, a 12 anni poi sono andato via perché la mia famiglia si era trasferita. Di quel periodo un flash, conservo ancora un libro della messa che mi regalò per la prima comunione padre Morell la dedica iniziava "al mio Amico" con la a maiuscola e vuol dire che quel Amico detto da lui a un bambino di otto anni lavorò parecchio negli anni successivi e di fatto poi tornai qui da adulto con mia moglie e poi con i nostri figli.

Il mio rapporto adulto con padre Morell è ripreso sotto due aspetti, come si diceva, quello di genitore che veniva anche chiamato a dare una mano nell'organizzazione dell'attività del Centro Schuster e ricordo che ogni volta che chiedevo padre ma qui in questa situazione comè che mi devo comportare cosa devo fare lui diceva tu fai il papà pensa quello che tu desideri per i tuoi figli e vedrai che non sbagli.

L'altra veste è stata quella professionale visto che io sono medico cardiologo è stato abbastanza naturale diventassi un po' il medico amico di colui che nel frattempo era diventato sicuramente il mio riferimento come padre spirituale come guida spirituale e come confessore. Così ci curavamo un po' a vicenda io cercavo di curare i suoi malanni fisici lui sicuramente riusciva a curare i miei malanni spirituali in questo modo io fui un testimone del periodo sicuramente più fragile più sofferto della sua vita.

Padre Morell era ormai molto anziano i suoi problemi di salute sempre più evidenti e limitanti a tal punto che si era anche reso necessario un progressivo alleggerimento delle sue mansioni al Centro Schuster e anche una sistemazione abitativa più idonea rispetto alla spartanità e stò usando un eufemismo, chi conosce i locali dove dormiva padre Morell sa che parlare di povertà non sarebbe assolutamente fuori luogo, e così venne trasferita la sua residenza prima a San Fedele poi al Leone XIII.

Ma per comprendere meglio questo periodo della sua vita come abbiamo sentito bisogna tener presente che la compagnia di Gesù aveva un grosso problema di fronte. Infatti il centro Schuster per cinquant'anni era stato condotto amministrato guidato da padre Morell il centro Schuster era il padre Morell.

Adesso le sue forze venivano progressivamente meno si avvicinava il momento del passaggio del testimone non era proponibile come abbiamo sentito l'idea di sostituirlo con un altro gesuita per vari motivi invece c'era un gruppo di laici qui al centro Schuster che negli anni era cresciuto sotto la sua guida e svolgeva già un grosso lavoro nella conduzione dell'attività del centro bisognava però valutare e verificare se questo gruppo fosse davvero in grado di camminare in modo autonomo.

A padre Morell venne quindi richiesto di fare un passo indietro di lasciare formalmente la direzione del centro Schuster che nel frattempo era stata trasformata in ASD e mantenere solo l'attività, solo si fa per dire, di assistente spirituale. Padre Morell accettò questa richiesta e forse si può immaginare con quale amarezza iniziasse questo distacco dal suo centro Schuster questo per dire che negli ultimi anni della sua vita padre Morell  si trovò dinanzi due grandi prove quella della vecchiaia della malattia e quella del distacco dall'opera che rappresentava la missione di tutta la sua vita.

Io stasera sono qui a testimoniare che anche e vorrei dire proprio in questo periodo padre Morell non venne meno a quelli che sono stati i fondamenti della sua stessa vita la fede innanzitutto con un affidamento totale alla volontà di Dio e una confidenza profonda nella provvidenza e il servizio l'obbedienza la scelta di fidarsi ed accettare comunque le  disposizioni dei superiori anche se umanamente amare  ed affettivamente molto costose.

Nell'ultimo anno le sue condizioni di salute si aggravavano rapidamente nell'estate del 2006 provò ad andare comunque a Valtorta per poter stare con i ragazzi però subito divenne chiaro che era necessario un ambiente di tipo sanitario.

A fine Luglio con Michele andammo a prenderlo per accompagnarlo all'infermeria di Gallarate quello fu un viaggio davvero molto triste perché sia lui che noi sapevamo bene che sarebbe stato il suo ultimo saluto a quelle montagne che lui amava davvero profondamente eppure anche in quell'occasione non venne mai meno il suo continuo riferimento alla provvidenza e all'amore di Dio.

Insomma nella vita capita di incontrare delle persone che trasmettono la loro fede in un modo diretto naturale direi quasi fisico beh io posso testimoniare che padre Morell è una di queste persone.

Grazie di cuore

 
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