- 100° p. Morell sj

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Pinuccia Rossi

 

(Ecco spero di essere valido e di trasmettere bene il pensiero di Pinuccia perché poi magari lo sente e sbaglio una stacchettata sulle orecchie non me la leva ma vorrei vedere tra i presenti chi non è stato stacchettato dalla Pinuccia. Atleti dirigenti allenatori più o meno ci siamo passati tutti chi più chi meno quindi ce la ricordiamo anche così.)

Parliamo di padre Morell nei primi anni 50, il suo sogno di un grande centro sportivo di aggregazione stava iniziando ad avverarsi e ci si buttò a capofitto a lavorarci, lavorarci letteralmente con badile carriola per trasformare una distesa di orti un po' sotto il livello stradale nell'opera Centro Giovanile Cardinal Schuster.

Aveva scelto di dedicarlo al nostro cardinale che lo aveva stimolato e Benedetto a sua volta.
Convinto quindi della validità dell'opera - e che fosse voluta da Dio - ogni sua capacità impegno e caratteristica la dedicò allo Schuster.

Cominciò con il rialzo di tutto il viale, il primo campo di calcio - , guai a chiamarlo la fossa era il campo 11 -, il campo di pallacanestro vicino al Lambro una zona giochi dei bambini dove c'era la portineria.  

Il passaggio successivo sono le prime squadre che cominciarono a giocare campionati.
C'é forse chi si ricorda dei primi spogliatoi qui al posto della palestra un capannone di metallo ondulato qualche panca un tubo orizzontale con un po' di rubinetti una specie di gomma a terra.

Con l'attività iniziata al sabato e domenica c'è subito tanto movimento di famiglie; la Santa messa in un ex fienile (e pioveva erbe varie), il baretto dove si facevano non esagero centinaia di famiglie e il padre Morell lavorando intensamente coinvolgeva tutti nell'aiutarlo.

Corrispondenza, cartellini, conti, pagine di verde nero si fondevano di sera a San Fedele e poi un pezzetto alla volta con la sua completa dedizione ecco le nuove strutture e le varie iniziative, - partecipazione ai campionati tornei: - il più impegnativo il trofeo Enrico Sala fra gli istituti dei gesuiti di Roma vari Genova Palermo Torino e Padova.  Si veniva in tram con il 17 sino a Sire Raul e poi a piedi.

Dopo un po' di tempo padre Morell ha avuto la sua prima macchina non ricordo cosa era, era impresentabile comunque.
Qui finiscono i primi tempi del centro Schuster e qui vorrei tanto ricordare i benefattori che padre Morell con il suo entusiasmo per l'opera riusciva a coinvolgere. Innanzitutto i vari padri gesuiti suoi confratelli le ditte e le banche - , - allora la beneficenza era una voce in bilancio -, ma anche tanti privati e tanti aiuti volontari: se ne dimentico alcuni è colpa dell'età ti ricordi le persone ma difficilmente i nomi.

Mi vengono in mente Gianni Villa - primo presidente - la famiglia Vismara, - quella del corriere non dei salumi -, la famiglia Manara, l'impresa Metro, Fadini, la Cariplo, idraulici, elettricisti. Grande la sua capacità di circondarsi di veri amici che hanno subito amato lui e la sua opera Caniato, Francesco Lagori, Angelo Vecchio, Carnelli, Fidanza, Stazzani, Mocchi, Agosti, Sandro Grippa e tanti ancora.
All'inizio lo hanno seguito alcuni da San Fedele Anna Zambon con il tennis l'assistente sociale Pinuccio Tettamanzi poi sono arrivati Giovanni Giacometti, Tony, Panzera, c'è stata l'esperienza di due giovani che si sono laureati al politecnico facendo i baristi e di tanti altri, che hanno lavorato credendo nell'opera e quindi mettendoci il cuore.

E un po' anch'io, che ne ho fatta una scelta di vita. E' facile immaginare quanto padre Morell facesse per i tanti ragazzi, più numerosi gli adolescenti all'inizio, ma nella certezza del suo credo cercare di formare persone concrete, sportive, cristiane, per gli altri.
Questo per i primi tempi - il poi non è poco: -, le attrezzature, l'edificio centrale,  il santuario,  la palestra,  il tennis scoperto - è storia più  recente da tanti conosciuta. Un ultimo ricordo alle tante gite in montagna da val Bondione a Santa Caterina Val Furva per finire a Valtorta grandi ai momenti di svago di preghiera e di servizio.

(
Una cosa vorrei aggiungere di mio un grazie di cuore a Pinuccia per averci accompagnato in tutti questi anni ma soprattutto per il suo aiuto padre Morell nella realizzazione del suo grande sogno.)

 
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